
Lo ha sostenuto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, rispondendo alla stampa in merito. "La posizione della Cina sulla crisi ucraina è coerente e chiara", ha detto. Di recente, invece, la testata tedesca Welt am Sonntag, citando fonti vicine all'Ue, ha rivelato che la stessa Cina avrebbe chiesto a Bruxelles se l'invio di peacekeeper sarebbe possibile o addirittura auspicabile dal punto di vista europeo
Peacekeeper cinesi in Ucraina? Tutto falso. In queste ore, infatti, la Cina ha smentito ufficialmente l'esistenza di trattative con l'Europa per il possibile invio di tutori della pace nelle aree martoriate dalla guerra russo-ucraina (LE NEWS IN DIRETTA) in corso e nell'ambito dell'iniziativa di creare quella che è stata definita una “coalizione di volenterosi”. Sabato scorso, in questo senso, la testata tedesca Welt am Sonntag, citando fonti vicine all'Ue, ha rivelato che la stessa Cina avrebbe chiesto a Bruxelles se una simile iniziativa sarebbe possibile o persino auspicabile dal punto di vista del continente europeo. Pechino però, come detto, ha fortemente negato l'esistenza di colloqui con l'Europa per l'eventuale invio di peacekeeper in Ucraina. "Non è affatto vero", ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, rispondendo alla stampa in merito. "La posizione della Cina sulla crisi ucraina è coerente e chiara", ha aggiunto il portavoce della diplomazia cinese che non ha mai condannato esplicitamente l'invasione russa dell'Ucraina. La Cina, ha aggiunto, rivendica la sua "neutralità", segnalando come anche Mosca e Pechino abbiano più volte insistito sulla loro partnership "senza limiti".
Il possibile ruolo di Russia e Giappone
Da cosa deriva la possibile “retromarcia” cinese? Come segnala anche il “Corriere della Sera” l’input potrebbe essere arrivato proprio dell’alleato russo che non approva il dispiegamento di truppe internazionali in Ucraina. Un ruolo, eventuale, potrebbe averlo avuto anche il Giappone, che di recente ha accusato la Cina di aver presentato in modo non del tutto preciso le proprie posizioni sul conflitto dopo che il primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, ha ricevuto i ministri degli Esteri di Giappone, Cina e Corea del Sud nell’ambito di una serie di colloqui che hanno coinvolto i tre Paesi asiatici. Ad innescare il malcontento nipponico è stata una nota di Pechino secondo cui Ishiba avrebbe detto al ministro degli Esteri Wang Yi che Tokyo “rispettava le posizioni sostenute dalla Cina”. Ma Tokyo ha chiesto un repentino dietrofront rispetto a “questa dichiarazione inesatta”.
